Ristabilire l’armonia del seno con la correzione della simmastia

 


Una delle complicanze che preoccupano di più le donne che vogliono sottoporsi a una mastoplastica additiva è la simmastia, ovvero la perdita del solco intermammario, conosciuta anche come effetto uniseno o seno unito.

È importante rassicurare le pazienti: la simmastia è una complicanza legata all'inserimento delle protesi durante l'intervento di aumento del seno molto rara. Questa condizione può causare una fusione visiva tra i due seni, eliminando lo spazio naturale che li separa.

In alcuni casi, la simmastia può essere congenita, presente fin dalla nascita, ed è più comune nelle donne con un seno naturalmente grande e ravvicinato. Altre volte, si sviluppa a seguito di un intervento chirurgico e tra le cause principali ci sono il posizionamento errato delle protesi mammarie o l'eccessivo scollamento della zona centrale del seno, spesso dovuto a richieste estetiche di pazienti che desiderano seni molto vicini tra loro.

Anche il grado di severità della simmastia può variare: nei casi più gravi, i seni possono apparire completamente uniti, causando problemi sia estetici che funzionali. Fortunatamente, questa condizione può essere corretta anche se l'intervento è delicato e complesso, poiché mira a ripristinare lo spazio naturale tra i seni.

Nei casi più semplici, il chirurgo utilizza punti di sutura per ripristinare la linea centrale del torace mentre, se la simmastia è più grave, si ricorre a reti biologiche per sostenere i tessuti e ricreare una forma del seno più naturale e stabile.

Di solito, l'intervento di correzione sfrutta le cicatrici della mastoplastica additiva precedente. Tuttavia, se si esegue una riduzione del seno o una mastopessi (lifting del seno cadente), le cicatrici potrebbero essere diverse e più estese.

La durata dell'intervento varia in base alla gravità della simmastia ed alle condizioni iniziali della paziente. In media, può durare oltre due ore, specialmente se si utilizzano reti di supporto. L'operazione è eseguita in anestesia generale e richiede una notte di ricovero.

Nonostante i progressi nelle tecniche chirurgiche, esiste un rischio, seppur minimo, di recidiva, soprattutto per le pazienti con seni molto grandi.

Per ridurre al minimo il rischio di simmastia, è fondamentale rivolgersi sempre a specialisti esperti e qualificati, che conoscano a fondo la procedura a cui ci si sottopone. Per una bellezza sempre consapevole.

di Alessia Turchi
Pubblicato su Eva 3000 nr 17 del 2024