ANTINOLFI : Storia di un Casato legittimato a livello internazionale

E' raro trovare storie come questa, legittimate a livello internazionale, in quanto assai spesso, sedicenti "organizzazioni" proliferano nel diffondere fantomatiche discendenze e attribuzioni che nella quasi totalità dei casi risultano fantasie. Per questo motivo, raccontare una storia vera e una realtà riconosciuta da sentenze e Tribunali Ordinari ed ecclesiastici, può contribuire a riportare più integrità e legittimità in quell'ambiente che comunque ha ancora un proprio seguito. 

Principe Mauro VIII Antinolfi, Luogotenente carica Speciale Arma dei Carabinieri

Il “Casato Antinolfi” è diretto dal Principe dr. Mauro VIII con legittimità a livello internazionale anche alla luce dei recenti riconoscimenti da Stati esteri. In particolare Mauro Antinolfi, già Comandante Luogotenente Carica Speciale dei Carabinieri e il Suo Casato sono riconosciuti dal Governatoriato – Monarchico Costituzionale (Reame del Commonwalth) dello Stato di Antigua e Barbuda – Minister of Foreign Affairs, Immigration & Trade - Hon E.P. Chet Greene, in data 24.09.2022. Lo Stato di Antigua e Barbuda ha riconosciuto il Casato e le sue Sentenze e tutti i titoli e ordini in capo al principe Mauro VIII. 
Riconoscimento dello Stato Costituzionale Monarchico di Antigua e Barbuda il cui Capo dello Stato è Re Carlo III d’Inghilterra. Decreto Pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata ( BUR) nr. 59 del 16.11.2022 pagina 27 e 28. Il Casato veniva riconosciuto nella sua piena legittimità anche dalla Repubblica Federale del Brasile con proprio decreto firmato da Ingrid Falcke Cunba Carneiro Oficial da Ckancelaria del Ministerio Das Relacoes Ex Teriores Escritorio De Rapresentancao No Rio De Janeiro - Secao – Consular. 

I temi sui quali il Casato afferma la propria identità, sono obiettivi culturali, di carità, formativi e di pace. Tutti gli appartenenti infatti, si pongono come principali scopi, quelli di rivalutare il mondo medievale e della nobiltà tutta; avviare programmi volti ad apportare aiuto a chi ne ha bisogno; informare e sviluppare sul tema della sensibilità nei confronti di temi fondamentali della società civile nella quale viviamo; diffondere e supportare pace tra i popoli. Sotto il profilo religioso il Casato sposa il principio dell'ecumenismo cristiano.  Per quanto riguarda le azioni di carità, il Casato e i Suoi Ordini Dinastici, ed in particolare la Cavalleria Angelica, retta attualmente dal Principe Flaviano I, nominato Gran Maestro a vita dell’ Ordine è interessata a sviluppare ogni possibile azione in questo ambito con le risorse disponibili. 

Principe dr. Mauro VIII : "Al di là dei nostri obbiettivi specificamente storici, con la nostra presenza cerchiamo di dare un segnale di pulizia e di trasparenza di cui c'è un gran bisogno proprio perché oggi il nome delle Casate e della Nobiltà è spesso confuso con quello di truffatori o di venditori di fumo o di titoli e cariche fasulli. Siamo convinti che l'idea ed il fascino sia della nostra storia Longobarda, da cui discende S.A.S. che Imperiale Russa meritino ben altri sostenitori. Per questo cerchiamo persone di qualità che abbiano dentro di sé dei valori etici e l'attitudine di trasmetterli agli altri. Il nostro Casato non é né una setta né una confraternita monastica né un club per promuovere conoscenze o consentire lo sviluppo di affari ma un'organizzazione i cui membri sono parti di un solo organismo, esprimendo unicità di comportamenti, soprattutto morali". 

Principe Flaviano I, Gran Maestro dell’ Ordine : "Il nostro messaggio è rivolto a tutte le persone di buona volontà e che abbiano il senso e lo stile di essere diversi, siamo contro qualunque manifestazione d'intolleranza o di discriminazione, sociale, sessuale, religiosa, razziale"


Sintesi della storicità del Casato 
I Conti, Duchi e poi Principi Antinolfi discendono tutti da Landenolfo, gastaldo di Teano, che fu nipote di Landolfo il Vecchio, gastaldo di Capua (815-843), l'iniziatore di una numerosa dinastia, ricca di molte propaggini, di gastaldi e conti di Capua e poi principi di Capua-Benevento. Dopo la morte dello zio Landolfo, vescovo e conte di Capua (862-879), il quale, legandosi a Ludovico II prima e successivamente a Giovanni VIII, aveva salvato l'integrità della contea attribuendole una funzione preminente fra i piccoli stati della Campania, i nipoti di lui, che egli era riuscito a tenere a freno, si combatterono accanitamente per la successione (879-887) in un periodo aggrovigliato nel quale, a fianco dei vari contendenti, intervennero tutti gli stati della Campania, papi, imperatori, saraceni, guideschi di Spoleto, bizantini, in un oscuro labirinto di leghe e controleghe. Appunto nel volgersi di questi anni Atenolfo, gastaldo di Calvi, esce dall'ombra e, con politica avveduta, sì adopera a trarre la contea di Capua da questa torbida fase della sua vita. Egli, in un primo tempo, si lascia attirare dal duca-vescovo Atanasio, di Napoli, il quale per qualche tempo è arbitro delle vicende politiche della Campania e da lui ottiene "ut adiuvaretur singulariter fieri comes in Capua". Con un ardito colpo di mano, il 7 gennaio dell' 887, riesce a disfarsi dei fratelli e dei cugini e a porre fine alle contese domestiche. Il nuovo conte di Capua non si arrestò nella ascesa e si rivolse contro l'alleato di ieri, il duca Atanasio di Napoli, che occupava la "Liburia", la fertile zona da tempo contesa fra Napoli e Capua. Battuto Atanasio nella battaglia di S. Carzio sulle rive del Clanio (888), nella zona aversana, Atenolfo riuscì a imporre il suo primato sui principati longobardi di Benevento e Salermo, sugli altri stati campani, e a difendersi dall'espansione bizantina. La potenza di Atenolfo contrasta con la decadenza degli altri principati longobardi di Salerno è infatti entrata nell'orbita bizantina, mentre a Benevento le continue lotte di palazzo hanno impedito l'affermazione di una dinastia, finché subisce la dominazione diretta dei Bizantini (891-94) e poi quella di Guido IV di Spoleto (895-97). Il nuovo principe Radelchi II, imposto dalla sorella, l'imperatrice Ageltrude (aprile 897), con le sue rappresaglie contro le più potenti casate beneventane si privò del naturale sostegno per mantenere il suo potere: fu così che molti esuli trovarono accoglienza presso Atenolfo e lo sollecitarono a impadronirsi di Benevento. Il colpo fu attuato nel gennaio del 900 e Atenolfo fu acclamato principe in S. Sofia di Benevento. Si realizzava così, sotto una sola dinastia, che faceva capo ad Atenolfo, l'unità Capua-Benevento, la quale si sarebbe mantenuta per quasi tutto il secolo X. L'ascesa di Atenolfo non fu però senza contrasti, provocati dai bizantini che tentarono di riprendere la città: uno dei figli di Atenolfo cadde vittima di un loro colpo di mano. Più grave fu la congiura che si organizzò contro Atenolfo intorno al vescovo di Benevento, Pietro: ma anche di essa il nuovo principe ebbe ragione e Pietro fu costretto ad esulare a Salerno. Nei dieci anni del suo principato l'azione più notevole di Atenolfo fu la lotta contro i Saraceni del Garigliano che egli attaccò, con il solo aiuto degli Amalfitani e senza successo, nel 903. Si diede poi a preparare una seconda e più decisiva spedizione, mando una forte coalizione di città della Campania e sollecitando l'aiuto dei bizantini, nei confronti dei quali aveva modificato il suo precedente atteggiamento. Venne a morte nel 910, quando il figlio Landolfo I, che si era associato nel principato, rientrava da Costantinopoli, dove era stato inviato dal padre per ottenere la partecipazione imperiale nella impresa contro la colonia del Garigliano. Ad Atenolfo Eugenio Vulgario, poeta vissuto fra l'887 e il 928, dedicò un carme amebeo, nel quale, con astrusi artifici retorici, ne celebrava le virtù. Nel 910 successe al padre assieme al fratello Atenolfo II, sconfiggendo i Saraceni nella Battaglia del Garigliano (915). In seguito, tentò di estendere i propri domini anche in Puglia, senza, però, riuscirci. Morì nel 943. Dalla moglie Gemma, figlia di Atanasio II Duca di Napoli, ebbe due figli, Atenolfo e Landolfo, che gli succedette. Il principe Mauro VIII in data 29.08.2017 veniva adottato con adozione internazionale, d’onore e araldica (L.P. nr. 1222 del 29.08.2017) e successivamente con abdicazione irrevocabile da parte di Czar Anton Romanov Rurikovitch Cazarevtche XI della dinastia dominante durante la Rus’ di Kiev concessione registrata in Ucraina in data 29.08.2017. Quindi oggi il principe Mauro VIII discendente diretto del principe Atenolfo di Capua e Benevento e della terra di lavoro vanta i titoli di Principe di Capua e Benevento e di tutta la terra di lavoro nonché principe imperiale di Kamchadal ( Kamchatka) e Transnistria e delle 198 province dell’ Impero Medievale Russo etc. etc. La storia del Casato è coronata da 8 ordini cavallereschi Dinastici nonché dall’Insigne Istituto Accademico Universitario Dinastico fondato in onore del principe Antinolfi Giovanni, doctor decretorum, rector studii dell’universitas di Perpignan ( Francia) intorno al 1392 e da una Guardia d’Onore Imperiale. La storia, inoltre, annovera nel Casato Papa Vittore III figlio del principe Landolfo V di Benevento e Capua e fratello del principe di Capua e Benevento Atenolfo e ancora San Tommaso d’Aquino dei Conti Atenolfo d’Aquino e alcuni abati di Montecassino. Per concludere il Casato Antinolfi vanta 1208 anni di storia indiscussa.