La vendita al dettaglio è morta? L’orlo della pandemia di Covid-19 e gli ordini casalinghi nel 2020 hanno portato a una momentanea pausa nei negozi fisici al dettaglio. Il mondo è diventato digitale e con esso il boom degli “e-tailer” online. Lo shopping si è evoluto e con esso è arrivato il boom dei servizi di e-commerce porta a porta come Net-a-Porter, Amazon e Asos. The Guardian ha riferito che 8.700 catene di negozi sono state chiuse nel 2021. Anche il gigante britannico della vendita al dettaglio (soprannominato il re della strada principale) Arcadia Group non è stato risparmiato, costretto all’amministrazione e alla chiusura di catene di negozi come Topshop, Burton, Dorothy Perkins, Miss Selfridge e Wallis.
Lo shopping si è trasformato in un’esperienza olistica
Il ritorno alla normalità della metà del 2022 ha visto la rinascita di negozi fisici e rivenditori. Tuttavia si sono dovuti adattare. Con i clienti nella metaforica zona di comfort degli ordini e delle consegne a domicilio, i marchi e i negozi hanno dovuto cambiare la loro strategia per riguadagnare quell’affluenza. Pertanto, i negozi di abbigliamento non erano più semplicemente negozi di abbigliamento che offrivano invece un’esperienza olistica e sensoriale per i clienti, dalla cura della pelle alle fragranze, dai caffè alle installazioni interne. Questo è forse meglio esemplificato dalle ultime strategie del marchio Louis Vuitton e Dior: la collaborazione Louis Vuitton x Yayoi Kusama per il primo e i recenti pop-up e concept store Dioriviera per il secondo.
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Il valore della connessione
Una cosa che la maggior parte delle persone ha perso rimanendo a casa durante la pandemia sono stati gli incontri sociali e le interazioni umane che ne derivano. Lo shopping è ormai parte di un’esperienza, di un evento. Un esempio calzante è la sfilata Jacquemus Autunno/Inverno 2022 che si svolge tra montagne di sale, passando da un’esperienza insulare a un’esperienza sociale.
Terapia al dettaglio come forma di evasione
La moda di lusso nella sua forma più vera ha lo scopo di trasmettere una fantasia, un messaggio artistico ricco di una narrazione ultraterrena costruita dal direttore creativo del marchio.
L’arte del desiderio inespresso
Una buona campagna di marketing o design utilizza il potere del desiderio nei confronti del consumatore. C’è un’arte nel desiderare qualcosa di cui non sapevi di aver bisogno. Questo è (in parte) il compito dell’industria della moda di lusso di colmare il divario tra necessità e desiderio. Non sappiamo di volere l’ultima Dior Saddle Bag finché non la vediamo sugli scaffali.
Il paradosso della scelta
La letargia, le infinite opzioni e la ripetizione possono portare all’affaticamento del cliente. Più è davvero uguale a più? Il paradosso della scelta suggerisce che l’abbondanza di opzioni si accompagna a maggiori difficoltà e quindi “più è meno”.
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