Pampani da Ovs a Douglas: «Primi in Italia nel magnificence»



La sue terra natia è la Campania, ma la sua patria professionale è il Veneto. Ha ancora casa a Jesolo ei suoi figli hanno studiato a Ca’ Foscari. «Il Veneto è la mia vera seconda casa e il luogo dove il mondo del retail ha conosciuto grandissimi casi di successo e innovazione».

Fabio Pampani quando incontrò Vittorio Coin, uno dei grandi innovatori del retail italiano, period un ragazzo. È rimasto nell’azienda fondata dalla famiglia veneziana e poi è diventato il principale gruppo italiano del retail di abbigliamento, per ventitré anni. Ha assistito alla crescita di Ovs, alle operazioni Standa e Upim, salendo tutta la scala gerarchica.

Entrando commesso e uscendo direttore generale. Pampani, oggi è numero uno di Douglas in Italia e dal 2021 della divisione Douglas Sud Europa, che vede l’unificazione delle filiali Italia, Spagna e Portogallo. Si tratta della prima catena di profumerie del Paese con forte distacco i termini di fatturato complessivo rispetto agli altri participant (Sephora, LL Pinalli e Marionnaud). A livello globale il Gruppo, con sede a Düsseldorf, fattura 3,65 miliardi di euro e ha l’azionariato composto dal 2016 dal fondo di personal fairness Cvc all’85% e dalla famiglia Kreke al 15%, presenza in 19 Paesi e 1.800 negozi nel mondo.

«Siamo la prima catena retail del magnificence – dà le dimensioni del enterprise Pampani – siamo il doppio del nostro competitor. Un’azienda che conta in Italia 370 negozi e 3000 dipendenti, un fatturato di 394 milioni oltre 50.000 prodotti nei canali di vendita». Il primo trimestre del nuovo esercizio fiscale 2022/23 (da ottobre a dicembre 2022), Douglas ha aumentato significativamente le sue vendite nette a 1,44 miliardi di euro, un notevole aumento di oltre l’11%, trainato da un periodo natalizio di grande successo. L’utile netto di 126,7 milioni di euro è cresciuto del 79% anno su anno. Alla base del successo in un segmento competitivo e massacrato dalla pandemia e dalle chiusure il gruppo ha consolidato l’attività omnicanale. Le vendite in negozio, in particolare, sono aumentate si consiglia di oltre il 12%, poiché la domanda dei clienti di consulenza di esperti e l’esperienza di acquisto personale è in aumento dopo la pandemia. Anche il enterprise on-line ha proseguito la crescita (+9% circa) e ha rappresentato ancora una volta oltre un terzo delle vendite complessive del Gruppo.

«Stiamo assistendo a crescite inaspettate, nessuno di noi immaginava che il mercato potesse avere pattern di questa natura – spiega Pampani». Si tratta, precisa, di numeri straordinari per tutto il settore che mostrano una crescita sia nel canale fisico che per l’e-commerce, con un fenomeno ormai evidente di travaso da un canale advert un altro e viceversa, non c’è più chi usa solo il fisico o solo l’on line negli acquisti. «Le vendite digitali hanno vissuto questa crescita esponenziale come sappiamo durante i lockdown allargando la platea del magnificence verso più giovani e meno giovani e infatti il ​​nostro fatturato nell’e-commerce è 4 volte quello del 2019 e ogni anno è raddoppiato. Ma mentre il mercato fisico period fermo noi non abbiamo visto una perdita ingente».

Il modello di Douglas, che in Italia ha compiuto il salto nelle quote di mercato con l’acquisizione di Limoni e La Gardenia in Italia nel 2017, ha continuato la sua espansione anche europea con l’acquisizione di Bodybell e Perfumerías IF in Spagna. Uno schema forte di esclusivi, la linea di Chiara Ferragni e Kylie di Kylie Jenner, «oltre il 30 per cento del nostro fatturato è fatto da nostre esclusive. Quindi la forza di Douglas si esprime nell’unicità dell’offerta e nei servizi» spiega. Tra queste il modello dei magnificence lounge, centri benessere, nella rete Douglas ne conta una cinquantina, e servizi collaterali, dal trucco alle unghie.

«Questo significa avere dei professionisti veri in negozi, per noi significa avere 150 estetiste assunte come dipendenti, per esempio, e dare una formazione in uno dei lavori più belli del mondo» spiega ancora Pampani.

Infine, c’è la presenza fisica, che per Douglas segue il modello ibrido, al 50 per cento centri storici e 50 per cento grandi mall selezionati. La presenza capillare in Italia, d’ora in avanti concentrerà le nuove aperture su high location in moderni centri commerciali o nei centri storici delle città. Nonostante i numeri, lo sviluppo del enterprise ei piani futuri Pampani non è ottimista sul comparto del retail.

«Il commercio al dettaglio è il primo datore di lavoro in Italia, eppure noi non vediamo attenzione verso il nostro settore. Siamo l’unico paese europeo che non ha un corso di laurea in Retail. Lo retailer supervisor che è uno dei lavori più belli al mondo non è inserito nella formazione come percorso di carriera. C’è solo un Grasp in Retail in Italia ed è in Veneto. Non siamo solo santi, poeti, navigatori, siamo anche commercianti».



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