Il Gatto con gli Stivali 2 verso gli Oscar con un’edizione fisica, la nostra intervista con i registi


In occasione dell’uscita della versione fisica in Blu-ray di Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio, candidato ai premi Oscar, abbiamo scambiato due chiacchiere con i suoi registi, Joel Crawford e Januel Mercado.

Anche se Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio di casa DreamWorks Animation è da tempo disponibile in streaming e obtain digitali, la recentissima uscita in Blu-ray (o cofanetto dvd insieme al primo capitolo) rappresenta un’occasione preziosa per rivalutare e recuperare un movie tra i candidati ai premi Oscar 2023 come miglior movie animato. Per noi è stata anche l’occasione di scambiare due chiacchiere con i suoi registi Joel Crawford e Januel Mercado, in un’intervista che trovate qui in basso.

Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio, dal cinema al Blu-ray

Con oltre 425.200.000 dollari d’incasso mondiale per 90 di costo, Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio si è rivelato un successo al boxoffice, in un’annata commerciale piuttosto difficile per il cartoon advert alto price range in sala. La nomination all’Oscar ha riconosciuto il valore di questo cartoon, che arriva ora in edizione fisica, disponibile sia in Blu-ray sia in dvd (in alternativa c’è anche un cofanetto che contiene il primo Gatto con gli Stivali, realizzato oltre dieci anni fa). Queste edizioni comprendono tra i numerosissimi further un corto esclusivo (“Il tridente”), tre scene eradicate, focus vari sui personaggi, un classico backstage sulla lavorazione, un commento audio degli autori, un karaoke per la canzone “Una leggenda”, una guida per disegnare i protagonisti e un’altra per ricreare il simpatico cagnolino Perrito in carta ritagliata.

Il Gatto con gli Stivali 2, i registi Joel Crawford e Januel Machado: “Una favola con un significato”

È stato veramente un piacere eseguire quest’allegra intervista con Joel Crawford e Januel Mercado, regista e co-regista di Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio. Tra tematiche serie in contesti surreali, tecniche cinematografiche piegate alle esigenze artistiche, orgoglio da Oscar, abbiamo approfondito qualche aspetto di questo divertente lungometraggio.

Sono rimasto affascinato dai toni cupi della storia, cosa curiosa perché dopotutto questo rimane un movie strambo e buffo. Eppure l’concept delle vite di un gatto che diminuiscono è una metafora piuttosto buona dell’invecchiamento, direi. Period la vostra intenzione sin dall’inizio?

Sai, quando ci siamo avvicinati a questo movie la cosa che ci entusiasmava erano l’assurdità della premessa e la realtà della premessa nell’assurdità, perché un gatto ha nove vite e ora gliene rimane solo una. È una favola, ma volevamo davvero realizzare un movie che fosse qualcosa di più di un sequel. Ed è divertente, è un grande giro sull’otto volante, ma ha anche un significato: la vita è speciale, dobbiamo apprezzarla. A proposito di quei toni più cupi che emergono a volte nel movie, abbiamo provato a espandere il mondo di Shrek con le fiabe dei Grimm, storie che ti possono portare in una foresta oscura, ti fanno paura, ma quando poi ne esci riapprezzi la luce. E sentivamo davvero che il contrasto fosse necessario, per dare un significato al racconto. A ogni passo volevamo essere sicuri che la gente uscisse dal cinema esaltata per la proria esistenza. Alla nice dovrebbe essere gioioso.
Il momento più buio è sempre quello prima dell’alba, no? E volevamo raccogliere questa sfida, per raccontare una buona storia. I movie migliori, le storie più belle, le vivi sempre come degli otto volanti emotivi.

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Il character design di Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio 

Parliamo dell’aspetto visivo, mi piace tantissimo. Cominciamo dal design dei personaggi, che è grottesco e surreale. Onestamente, Massive Jack Horner mi ha fatto proprio paura! Cosa cercavate nel design dei personaggi?

Mi ricollego al volo a quello che hai detto di Jack Horner, perché quando abbiamo mostrato il suo design al nostro talentuoso e divertente doppiatore John Mulaney, che gli dà la voce, ha detto: “Questa sì che è una persona sgradevole!”

Ah ah ah, per usare un eufemismo!

Esatto! Per noi ci sono tanti personaggi in questa storia e ognuno ha uno scopo specifico. Ci siamo sempre raccontati la storia in questo modo: il modello è Il buono, il brutto, il cattivo. I buoni sono Gatto, Kitty e Perrito, poi ci sono i cattivi, il lupo e Jack Horner. E poi più che i brutti ci sono “i Goldie”, Goldie con i tre orsi. Magari pensi siano cattivi anche loro, ma c’è qualcosa che li rende parecchio teneri. Per quanto riguarda Jack Horner, ha lo scopo di mostrare come si possa incarnare il più grande spregevole di tutti i tempi, se non dai valore alla vita o alle persone con le quali la condividi. E abbiamo deciso di prenderci la libertà di renderlo più cartoon e buffo, perché gli altri personaggi sono molto vivaci ma non sono così “cartoneanimatosi”. Sono molto concreti, credibili. Ma siccome questo movie affronta temi cupi, volevamo avvicinarci a questi con la commedia.

Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio, le responsabilità e l’onore di realizzare cartoon advert alto livello

Da tempo rifletto sul fotorealismo nei movie di animazione in CGI contemporanei, e ho molto apprezzato la direzione opposta che avete preso. Due elementi mi hanno colpito, il look “dipinto” delle texture e il framerate variabile nelle sequenze d’azione. Parliamone.

Sì, parliamone eccome! Abbiamo preso la decisione, in merito al design, di portare il mondo fiabesco di Shrek in una nuova direzione. La tecnologia si è evoluta moltissimo negli ultimi dieci anni, dall’ultimo Shrek. Vedendo i salti in avanti che il mezzo sta facendo, con opere come Spider-Man Un nuovo universo e Arcane, volevamo come studio contribuire all’evoluzione del mezzo, ma nemmeno saltare sul carro della tendenza perché fa figo. C’è sempre un ragionamento dietro: siccome abbiamo a che fare col mondo delle fiabe, abbiamo ragionato in termini di libri illustrati, com’erano molti dei libri per bambini con i quali siamo cresciuti. C’erano sempre bellissime illustrazioni dipinte con così tanti dettagli… anche se il testo period semplice, da bambino potevi cogliere tutta la narrazione che c’è in quegli intricati dipinti. E cercavamo lo stesso feeling.
Per quanto riguarda il framerate, non volevamo soltanto restituire il look di una fiaba, ma volevamo anche potenziare l’esperienza visiva del pubblico, usando various tecniche di animazione. All’inizio del movie Gatto è come un supereroe, si sente invicibile e volevamo che l’azione non fosse realistica ma immaginifica. Così abbiamo usato tecniche dell’animazione a mano libera, la chiamiamo animazione “a salti”, che cambia il framerate e lo rende meno fluido e diverso da quello che percepiamo nella realtà, diverso da quello che normalmente si vede nell’animazione fluida in CGI. Magari mantieni una posa più a lungo, tipo quando Gatto sta combattendo con il gigante, vola nell’aria e assume queste pose estreme che lo rendono un supereroe. È divertente. E abbiamo messo queste scene in contrasto con quei momenti più realistici, come quando Gatto ha paura o trova un legame con Kitty o Perrito, sono momenti più sottili proprio grazie all’animazone fluida. Insomma, è stata tutta una scelta deliberata per aiutare il pubblico a vivere davvero il viaggio emotivo di Gatto nella storia.
Diciamo sempre che ironicamente, quanto più adotti la stilizzazione, tanto più sei in grado di comunicare con profondità, di addentrarti negli aspetti più cupi: si crea una connessione emotiva più universale col pubblico, proprio perché non c’è più niente di letterale nell’immagine o in quello che succede.

Sappiamo tutti che Il Gatto con gli Stivali 2 – L’ultimo desiderio è candidato agli Oscar! Anche il primo movie se non ricordo male fu candidato. Cosa prova il workforce e cosa provate voi stessi?

Beh, per tutti quelli che hanno lavorato sul movie, per l’intero workers, che ha messo così tanta passione e amore davvero in ogni fotogramma, significa tantissimo essere nominati e riconosciuti dai colleghi, dalla critica, dagli altri cineasti. Specialmente in un’annata in cui la qualità dei movie animati è stata fantastica. Ci sono un sacco di movie grandiosi che non sono stati candidati, tipo il nostro Troppo cattivi. E questa cosa significa tantissimo, perché siamo enormi fan di tutti quelli che nell’animazione si stiano chiedendo come allargare le prospettive del mezzo. E siamo davvero fieri di far parte del settore dell’animazione oggi. È un vero onore.






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