Su Facebook, da qualche giorno circola un video "Riccione, il video della vergogna" che da oggi viene riportato anche su Youtube. L'autore appare essere Devis Paganelli, noto imprenditore dello spettacolo, agente dei più celebri personaggi della tv e dello spettacolo. Nella clip, costruita più come reportage di denuncia, si descrive quella che è la situazione della zona Marano di Riccione, che nelle immagini rappresenta come, quel territorio abbandonato, sia oggetto di critiche da parte dei cittadini del quartiere, per le imprese che cercano di accrescere attrattività per quel polo che invece ad alcuni piacerebbe privo di iniziative.
La denuncia appare evidente e le immagini lasciano poca immaginazione. Il Marano sembra abbandonato a se stesso, a tratti come se fosse zona denudata di attenzioni, quasi abbattuta da una guerra ormai lontana e che ha lasciato decine di strutture pericolanti, mostri sotto gli occhi di tutti.
Chiediamo a Paganelli, il perché di questo video. "Da due anni, dopo un ventennio d'assenza, sono tornato a risiedere a Rimini. Avevo lasciato questa città per altri lidi dove, di anno in anno, ho visto crescere imprese, quartieri, iniziative. Torno a Rimini e trovo Riccione esattamente come vent'anni fa, con centinaia di imprese fallite, il 70% delle discoteche chiuse, il Marano, che reputo un potenziale enorme per la città, esattamente uguale a come l'ho lasciato".
Ci sono esempi? "Ne possiamo trovare a centinaia nel mondo ma Riccione potrebbe contare su aspetti che altri non hanno. Riccione ha già un posizionamento turistico e una vocazione storica in tal senso. Ha strutture ricettive su tutta la costa che potrebbero contenere e accontentare la richiesta per tutta quella parte di turismo che preferisce la città più tranquilla, lasciando che il Marano possa accogliere e gestire, tutto quel target più giovane e magari più dedito a musica, ballo ed eventi nel nightlife. Pool party, beach party, teen hotel, centri commerciali dedicati, punti di trasferimento da e per le discoteche. A Dubai hanno ben pensato di organizzare la città suddividendola se così possiamo dire, in quartieri monotematici, questo è un esempio".
Ma Riccione è già una città per giovani. "Certo. Ma negli ultimi anni le amministrazioni hanno lavorato per dare più spazio alla famiglia, mettendo in ginocchio tutto quel comparto dedicato ai giovani, che ha chiuso in gran parte e che ha dato modo di comprendere, con il senno di poi, che Riccione viveva al 50% grazie al target 16/28 anni. In questo modo Riccione ha perso il 50% del fatturato, accorciando anche il periodo vacanziero che partiva da maggio e arrivava a settembre, finendo oggi con una forbice luglio/agosto. Ridare spazio ai giovani, abbandonando vecchie e obsolete partnership che oggi come oggi non servono più a nulla". Parla di Radio Deejay? "Anche. Ci sono centinaia di logiche che potrei citare. Riccione è dotata di grandi potenziali, enormi. Parlo di potenzialità che potrebbero essere a costo ZERO e che potrebbero portare la città ad essere tra le mete più ambite non in Italia ma nel mondo. Ma sono progetti e visioni che nemmeno passano nella mente di chi amministra. Non critico chi governa, anzi, credo faccia molto di più di quello che è stato fatto nel passato e per questo faccio i complimenti, ma occorre una visione più ampia e strutturale. Si pensi che in più occasioni ho proposto confronti a titolo gratuito per portare a Riccione piccole iniziative e non ho nemmeno trovato ascolto per capirci. Per il discorso Radio Deejay, ritengo questa emittente uno strumento ancora idoneo e utile a Riccione, ma non nell'ottica e finalità che Riccione deve avere. Per capirci, cerco di fare esempi metaforici. Oggi l'amministrazione pensa ad acquistare una Mercedes perché non ha soldi per la Ferrari, in quanto vorrebbe far correre la propria auto ad un bel premio regionale. Quando invece, dovrebbe e potrebbe, perché ne ha le potenzialità, pensare alla Ferrari e al premio di Formula Uno."
Segue il testo dell'audio presente nel video Partiamo da un esempio di attuale vocazione turistica di risonanza mondiale : La Costa Smeralda. Da semplice località a marchio registrato. Non è diventato un punto di riferimento internazionale per le vacanze in qualche anno, ma grazie ad un impegno durato decenni, grazie alla visione di imprenditori e grazie al sostegno di amministrazioni comunali. A fine anni 50, un importante finanziere inglese, si innamorò di questo territorio, affascinato dai colori della natura e dalle spiagge incontaminate. Tornato da questa escursione, parlò con grande entusiasmo di una possibilità economica, imprenditoriale e turistica nei circoli finanziari di Londra, dove attirò l'attenzione del Principe Karim Aga Khan, l'uomo che rese poi celebre Porto Cervo in tutto il mondo. Il principe andò a Porto Cervo con con alcuni amici su una barca da dodici metri. Non c'era nulla. Andai a vedere un piccolo terreno che avevo acquistato. Raccontò di questa gita in televisione italiana e nel giro di pochi mesi, a Monte di Mola, iniziarono le compravendite di terreni grazie alle famiglie Azara e Orecchioni. Grazie al sostegno della politica locale, in particolare al consigliere regionale dell'epoca Giovanni Filigheddu di Arzachena, gli investitori capeggiati da Aga Khan, iniziarono a gettare le basi per un progetto pioneristico senza precedenti in Italia e che diventò essere il principio di ciò che è diventata la destinazione che ha fatto la storia del turismo mondiale. Questo piccolo esempio, deve dare spunto a cittadini, politica e imprenditori del territorio anche a Riccione. Riccione è riuscita a rendersi nota in tutta Italia, senza troppa visibilità all'estero purtroppo. Ha ancora diversi spazi di sviluppo che però rimangono arginati ai giochi di cortile e ai limiti che le amministrazioni si pongono senza alcuna reale motivazione. Anziché prevedere piani di sviluppo strutturali a lungo termine, le amministrazioni spesso incapaci (ma anche gli stessi imprenditori impauriti dall'instabilità e dall'incapacità delle amministrazioni), investono in situazioni a spot e a breve termine, del tutto inutili e per nulla performanti. Riccione non cresce, rimane ferma e anzi a tratti regredisce. Questo determina posti di lavoro che si bruciano, aziende che chiudono, alberghi che diventano appartamenti, cittadini che si vedono privati di servizi, immobili che perdono valore, imprese che dimezzano fatturati. Una pianta che non viene innaffiata, muore, lentamente. Ma muore. Oggi abbiamo a Riccione, un territorio con enormi potenzialità. E' sul mare. Ha enormi spazi ampliabili e utilizzabili. Ci sono decine di strutture fatiscenti abbandonate che possono essere riqualificate. Ci sono imprenditori pronti a dare il via a progetti di rilancio. Il Marano potrebbe diventare il centro nevralgico di Riccione, che catalizza attenzione, appeal, attrattività per l'intera città già colma di servizi per le famiglie ma manchevole sotto l'aspetto tendenziale per i giovani. Poter veicolare target differenti nella città, dando vita a "quartieri" dedicati, come accade ormai nelle più grandi metropoli del turismo, determina anche una migliore gestione da parte delle autorità. Se i giovani sono portati a frequentare apposite zone, lasceranno spazi alle famiglie che potranno godersi la città, senza quei particolari che possono disturbare quel turismo più tranquillo. Il Marano si presta a queste potenzialità e per fortuna è una zona che esiste, inutilizzata. Il cittadino che oggi possiede immobili in questo territorio, spesso di lamenta di rumori, schiamazzi notturni e confusione. Ma il cittadino dovrebbe pensare al Marano come opportunità. Con una gestione idilliaca, fatta di regole certe e con norme applicate, determinerebbe un aumento di valore per gli immobili che performante, potrebbe concedere aumenti di prezzo anche del 100% in pochi anni. Oggi al Marano ci sono già dei piccoli "Aga Khan" che con non poche difficoltà, cercano di creare qualcosa di importante. Ci sono anche dei "traffici" e degli "imprenditori" che vanno osservati da vicino per capire da dove arrivino i capitali finanziari per fare certe operazioni, ma sono pur sempre operazioni che portano beneficio alla città. Eliminare le mele marce, per far lavorare bene tutti. Per portare lavoro, soldi, turismo, economia a beneficio della collettività. Concedere ad investitori di accrescere la zona con imprese rivolte ai giovani (un paese dei balocchi nel paese dei balocchi), con un buon controllo, una supervisione da parte dell'amministrazione, la concessione a poter rimodernare tutte le strutture ormai allo sfascio, darebbe il via a quello che può essere paragonato all'esplosione turistica di Porto Cervo negli anni passati. Un progetto di riqualifica per una zona che può diventare polo internazionale se non mondiale del divertimento.