Napoli si è tinta di rosso nel giorno della festa della Liberazione. Un modo per ricordare la storia ai tempi del coronavirus, quando è vietata ogni tipo di manifestazione pubblica o di corteo per tutelare la salute pubblica con una pandemia in atto. E allora ognuno dal proprio balcone, dalla propria finestra, a sventolare una bandiera e a intonare in coro Bella ciao. E' stato di certo un 25 aprile diverso, da molti ricordando una Resistenza oggi reinterpretata come lotta contro il virus.
L'idea è nata da alcune associazioni cittadine come Dinamica Odv con il presidente Franco Veri e la segretaria Fabiana Di
Costanzo, insieme alla Casa del Popolo di Fuorigritta, sempre attivi nel sociale. “I
napoletani hanno reagito con forza, tenacia e coraggio all’invasione
nazifascista liberando la
città in quattro giorni", ricorda Gianluca Cavotti intervistato da Il Mattino, consigliere e fra gli organizzatori
del flash mob insieme ad Annalisa Mantellini e Antonio Luongo. E continua: "È un popolo con una grande identità che sa
organizzarsi verso un valore, un obiettivo comune, al di là dei tanti luoghi
comuni dei quali siamo vittime. Lo abbiamo dimostrato nei fatti e lo
dimostriamo anche oggi con la grande maturità con cui abbiamo affrontato il
nuovo nemico, questa malattia che ha portato numerosissime vittime in tutto il
mondo. E noi oggi, ricordando i grandi sacrifici dei partigiani, vogliamo
liberarci ancora dal nuovo male: senza guerre e ribellioni stavolta, ma con
intelligenza. Perché ogni epoca ha il suo male e il nuovo coraggio si manifesta
con la coscienza e il sacrificio di rinunciare a quelle abitudini che davamo
per scontato. Ma cos’è questo in confronto a quello che hanno vissuto i nostri
nonni, alla loro lotta e alla loro Resistenza? Nulla”.
Ma dopo il grande successo di Napoli, sono state numerose le iniziative anche nelle altre città italiane per ricordare una delle ricorrenze più sentite della Repubblica: il web è pieno di immagini di città deserte ma colorate con tante bandiere sui balconi.
La memoria ora serve più che mai: il nuovo significato della Resistenza al virus fa sentire un po' partigiano chi soffre per la quarantena sul divano. Eppure bisogna ricordare le lotte vere fatte dai nonni, ora che il nemico non è un popolo, ma una malattia che colpisce tutto il mondo. E allora niente più distinzioni, e l'Italia deve restare unita più che mai. Lo ha ricordato anche Mattarella, con quelle immagini del 25 aprile 2020 che resteranno nella storia: da solo con
la mascherina all'altare della Patria fa il giro del web come un omaggio
intimo, fatto in una forma quasi privata senza nessuna autorità, né civile, né
militare, al seguito. Si è tolto la mascherina solo al momento della
deposizione della corona. Poi se l'è rimessa, ed è ridisceso così le scale. E intanto attraverso i suoi post anche lui chiede un’Italia unita per rispondere alla nuova emergenza: "La nostra peculiarità nel saper superare le avversità
deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato
tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a
una rinnovata capacità di progettazione economica e sociale: a questa impresa
siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali
ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore.
Insieme, possiamo farcela, e lo stiamo dimostrando", è la conclusione del
suo lungo e intenso messaggio.
Il 75esimo anniversario della festa della Liberazione sarà importante. Fra i commenti sui social a Mattarella però qualcuno parla di
una dittatura economica tedesca nella nuova riorganizzazione dell’Europa,
mescolando un po’ le carte. Altri parlano di mancanza di libertà a causa delle
restrizioni per tutelare la salute pubblica. Ma la maggior parte delle persone si
promette di far fronte all’emergenza e rinascere come l’Italia ha già
dimostrato di saper fare. E allora le piazze virtuali si uniscono come possono oggi,
fra bandiere e video postati dai balconi: “Viva l’Italia! Viva la Liberazione!
Viva la Repubblica!”. Per non dimenticare mai.